“La ripresa del settore privato passa prioritariamente dal recupero della fiducia nel sistema paese e dalla chiarezza delle azioni da intraprendere per sostenere il rilancio dell’economia e del sistema sanitario della nazione.
Come categoria che opera all’interno del sistema ordinistico ci sentiamo fortemente responsabilizzati di fronte all’emergenza sanitaria che ha colpito il paese, con la consapevolezza di chi sa qual è la posta in gioco. La categoria come da sempre dichiarato è disponibile ad attivare le competenze professionali dell’area tecnica per fornire supporto alle necessità del paese per una pronta ripartenza dell’economia.
Nella task force istituita dal governo, sono state individuate le professionalità ritenute necessarie per affrontare i diversi aspetti della crisi sanitaria con particolare riguardo alla graduale ripresa delle attività produttive. Dalla task force è risultata completamente assente la componente scientifica dell’area tecnica, quasi a voler evidenziare l’inutilità delle competenze specifiche in materia di progettazione integrata (organizzazione del lavoro, sistemi sanitari, tecnica della prevenzione) con grave pregiudizio dei risultati attesi.
Questo aspetto non secondario ha messo in evidenza la discrasia tra cultura tecnica in grado di proporre soluzioni scientifiche ai problemi e modelli burocratici in grado di comprimere qualsiasi iniziativa economica con gli effetti che tutti noi conosciamo in termini di ritardo competitivo.
La necessità di agire velocemente senza i tempi improduttivi della burocrazia ci impone di analizzare i problemi con un approccio multidisciplinare e di proporre soluzioni percorribili utili a creare un sistema valoriale basato sulle competenze, in grado di delineare processi efficaci di risposta sociale.
Ora che la crisi sanitaria dovuta al COVID-19 è diventata anche economica, risulta impellente dare il nostro qualificato contributo professionale per evitare che il ritardo decisionale delle successive fasi possa creare un ulteriore gap economico che si andrà a sommare a quello infrastrutturale determinando una forte recessione. Per superare questa possibilità, bisogna individuare strumenti finanziari immediati (tangibili e concreti) per trasformare gli aiuti in investimenti competitivi basati sulla solidarietà sociale.
Il piano “Riparti Calabria” approvato dalla Giunta regionale in tempi brevi, che tutti noi abbiamo apprezzato per la celerità, prevede un intervento finanziario di 150 milioni di euro, basato essenzialmente su linee di finanziamento (prestiti) senza l’integrazione di misure di sostegno economico a fondo perduto che avrebbero generato fiducia nella ripresa e liquidità immediata per sostenere i mancati introiti derivanti dalla crisi.
Inoltre le misure previste non sono state affiancate da una energica deburocratizzazione del sistema e quindi gli effetti del “Riparti Calabria” non saranno immediati come era giusto che fosse. Le misure d’intervento previste sono:
-Misure di sostegno alla liquidità: Istituzione di un Fondo “Liquidità Calabria” per la concessione di prestiti alle imprese a tassi agevolati;
-Misure di sostegno del capitale circolante e/o delle perdite subite;
-Misure di sostegno alla liquidità sotto forma di garanzia: Integrazione/rafforzamento della Sezione Speciale Calabria del Fondo di Garanzia per le PMI utilizzando le opzioni previste dal DL 18/2020 “Cura Italia”; Attivazione di altre misure di garanzia compatibili con il Quadro temporaneo per le misure di aiuto di Stato a sostegno dell’economia nell’attuale emergenza del COVID-19 ( C2020 1863) del 19 Marzo 2020;
-Strumenti Finanziari FSE 2014/2020: forme di sostegno alle piccole imprese quali il microcredito e/o misure di aiuto per il sostegno della liquidità delle imprese sociali;
-Interventi sugli strumenti di sostegno in essere: introduzione di ogni opportuna flessibilità consentita dalle norme e dagli avvisi per favorire le imprese beneficiarie; rifinanziamento di sportelli operativi connessi ad avvisi pubblici per la concessione di aiuti agli investimenti; attivazione di nuovi avvisi con specifico riferimento al rafforzamento ICT di imprese operanti in particolari settori per sostenere innovazioni tecnologiche e di processo attraverso l’introduzione di Piani di Smart Working; Piani di formazione aziendale.
Le famiglie, le aziende e le imprese, si possono aiutare in modi diversi: con la forza delle idee oppure con la forza delle azioni. In questo particolare momento vi è la necessità di attivare entrambi le azioni per conseguire con determinazione gli obiettivi della rinascita economica e sociale di cui la nostra regione ha urgentemente bisogno immettendo risorse a fondo perduto nel sistema.
L’autonomia organizzativa della Regione all’interno delle regole nazionali, ci permette oggi di organizzare un modello di sostegno economico adeguato alle necessità della ripresa, reperendo risorse da concedere a fondo perduto per la riorganizzazione delle attività economiche e il sostegno alle famiglie. Per fare ciò è necessario agire in fretta, senza tentennamenti e senza ripensamenti perchè ogni indecisione si ripercuoterà inesorabilmente sull’economia e sugli strati deboli della società con conseguenze disastrose sull’intero sistema economico.
In questo particolare momento, in cui si cerca di riorganizzare anche il sistema sanitario, può essere utile se l’assemblea regionale, nella riorganizzazione si farà carico di proporre al governo, l’istituzione di un centro Epidemiologico Regionale presso il presidio Ospedaliero ex Villa Bianca, già sede di una struttura sanitaria attiva sul territorio della Città, con caratteristiche funzionali di polo specialistico COVID, bene integrato con le funzioni pubbliche della città.
Bisogna inoltre proporre al Consiglio regionale di modificare il meccanismo infernale per l’utilizzazione dei fondi strutturali europei prossimi alla scadenza (2014-2020) prevedendo procedure a sportello per tutte le misure di finanziamento con tempi d’istruttoria di max 30 giorni.
A sostegno delle PMI e dell’iniziativa privata si dovrà procedere con la concessione di bonus una tantum, sotto forma di contributo a fondo perduto per sostenere le attività produttive per almeno un semestre:
-liberi professionisti e lavoratori autonomi in quanto categorie professionali maggiormente esposte agli effetti negativi della crisi a causa delle misure di lockdown stabilite dal governo centrale;
-PMI, microimprese e commercio di vicinato da considerare quale tessuto produttivo di base con aiuti una tantum finalizzati al superamento della fase di blocco delle attività economiche;
-famiglie e sistema di coesione sociale attraverso l’erogazione, nella forma di un bonus, per l’acquisto di attrezzature, strumenti informatici ed altri supporti per l’accesso ai servizi didattici e socio educativi e/o per le spese relative ai servizi di baby-sitting.
Ad integrazione delle misure di sostegno d’iniziativa statale, si propone alla Regione di attivare le risorse derivanti da economie di bilancio regionale 2019, da fondi strutturali non ancora impegnati e da risorse finanziarie non utilizzate. Il meccanismo di erogazione delle misure di sostegno dovrà essere attivato con le procedure a sportello con allegata domanda di finanziamento e scheda finanziaria sintetica della proposta progettuale.
La risposta ai problemi della nostra regione deve essere trovata all’interno del nostro sistema professionale, economico, imprenditoriale, sociale e politico individuando le competenze necessarie per la costituzione di un gruppo di lavoro organizzato per specificità settoriali in grado di affiancare le azioni della politica con proposte operative concrete e chiare.
Per quanto sopra, chiediamo agli organi politici della Regione di valutare la possibilità di immettere nel sistema liquidità sufficiente a fondo perduto per sostenere le spese immediate delle famiglie, delle imprese e dei professionisti al fine di consentire la ripresa economica del sistema. A seguire, in tempi brevi, attivare un piano per l’azzeramento della burocrazia necessario per portare ad esecuzione il piano del pacchetto “Riparti Calabria” .
Chiediamo inoltre, di promuovere una rivoluzione culturale e sociale efficace, necessaria per creare le condizioni di rilancio dell’economica, associata ad un “pacchetto” di azioni coraggiose, coordinate tra loro, tese alla creazione di un modello virtuoso di buone pratiche amministrative che caratterizzeranno la Calabria nel suo futuro ed in cui i cittadini si potranno identificare.
Nel rimanere a disposizione per ogni utile azione di sostegno alla rinascita delle attività economiche, sociali e sanitarie del territorio, è gradita l’occasione per porgere cordiali saluti.”
Arch. Giuseppe Macrì
(Presidente dell’Ordine degli Architetti PPC della provincia di Catanzaro)
Arch. Alessandro Pitaro
(Consigliere segretario dell’Ordine degli Architetti PPC della provincia di Catanzaro)
Allegati: comunicato stampa