Nuovo Codice Appalti: gli Architetti vedono più ombre che luci

Presidente Cappochin: disattesa in modo clamoroso la centralità del progetto e del concorso di architettura; inaccettabile la ‘sponsorizzazione’ che svilisce la professione

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Notizia tratta da EDILPORTALE

Studiato per consentire la realizzazione delle opere pubbliche in tempi brevi e senza contenziosi, il nuovo Codice Appalti contiene una serie di misure per la progettazione di qualità e la trasparenza delle procedure. Ma cosa ne pensano davvero i professionisti?

Il nuovo Codice ha “più ombre che luci” secondo il presidente del Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori (CNAPPC), Giuseppe Cappochin. “Disattende in modo clamoroso alcuni principi della legge delega che erano stati proposti dagli architetti italiani e dalla Rete delle Professioni Tecniche – lamenta Capocchin –, come la centralità del progetto e non ci sono strumenti per rendere il concorso di architettura più credibile ed efficace”.

“Se da un lato – incalza Cappochin – viene enunciata la necessità di porre il progetto al centro del processo di realizzazione dell’opera pubblica, dall’altro, il nuovo Codice abolisce la disciplina speciale del D.Lgs. 163/2006, trattando i servizi di architettura alla stregua di quelli generici come, ad esempio, quelli di ristorazione.”
Capocchin si riferisce al fatto che nel nuovo Codice non c’è un capitolo dedicato esclusivamente alle gare per l’affidamento dei servizi di ingegneria e architettura, come invece era stato chiesto per tenere conto delle differenze insite in questo tipo di servizi.

“E’ inaccettabile – continua Cappochin – che il nuovo Codice preveda che un progettista possa prestare gratuitamente servizi a titolo di sponsorizzazione: si tratta di un incentivo a chiedere prestazioni gratuite che sviliscono la professione e che favoriscono percorsi poco trasparenti. Uno svilimento che trova applicazione nell’immorale iniziativa del comune di Catanzaro che ha indetto un Bando per il conferimento di incarichi professionali a titolo gratuito per la redazione del Piano Strutturale Comunale, dimostrando con ciò una assoluta noncuranza verso la qualità delle opere pubbliche che intende realizzare e, di conseguenza, verso i diritti dei cittadini”.

Sul mancato recepimento dell’obbligo di applicare il Decreto parametri, Cappochin afferma che il Codice “non garantisce una corretta stima dei corrispettivi per le gare di progettazione e di servizi di architettura e ingegneria. Al contrario per l’appalto delle opere si deve fare riferimento, ove presenti, ai prezzari regionali. Il rischio è quindi che venga sottostimato l’importo posto a base di gara e che le Stazioni Appaltanti, oltre a mortificare le prestazioni, possano ricorrere a procedure di affidamento errate quali, ad esempio l’affidamento diretto anziché la procedura negoziata o l’ asta pubblica, violando i più elementari principi di trasparenza”.

Commentando l’abolizione dell’incentivo del 2% per i progettisti dipendenti delle pubbliche Amministrazioni, Cappochin afferma che, rispetto alla delega, “manca concretezza nella ridefinizione del ruolo del pubblico dipendente rispetto al libero professionista”, Secondo il presidente del Cnappc, le attività delle due figure vanno scisse in modo netto, riservando la programmazione e la verifica dell’intero processo di esecuzione delle opere pubbliche o ai dipendenti, mentre i progettisti esterni devono occuparsi di progettazione, direzione e collaudo dei lavori.

Un giudizio positivo è stato espresso sul ruolo dell’Autorità nazionale anticorruzione (Anac), ma “a patto che l’Autorità venga dotata delle risorse e degli strumenti per assolvere a compiti così importanti”.

Giudicato apprezzabile anche “il limite dell’appalto integrato e l’abbandono  quasi integrale degli affidamenti con il criterio del prezzo più basso anche se, va rilevato che il nuovo Codice consente una discrezionalità eccessiva delle stazioni appaltanti che mal si coniuga con il principio della trasparenza”.

Parere positivo è stato espresso infine sull’abolizione della cauzione provvisoria negli affidamenti di servizi di progettazione “che elimina così un ulteriore balzello a carico dei professionisti, le cui attività progettuali sono già coperte da apposite polizze fideiussorie”.

Gli Architetti sperano quindi “che le criticità segnalate vengano superate sia con il primo Decreto correttivo sia con le Linee guida che sostituiranno il vecchio regolamento”.