Catanzaro, 10/11/2017
La manifestazione, del 10 novembre 2017, organizzata dagli Ordini e dai Collegi professionali della provincia di Catanzaro e dall’Ordine dei Geologi della Calabria, con la partecipazione dei vertici nazionali delle professioni (Arch. Giuseppe Cappochin presidente nazionale degli Architetti, Ing. Armando Zambrano presidente nazionale degli ingegneri, Dr. Francesco Violo segretario nazionale dei Geologi, Dr. Andrea Sisti presidente nazionale Agronomi e Forestali, Dr. Pasquale Salvatore consigliere nazionale Geometri, Per. Ind. Giampiero Giovannetti presidente nazionale Periti Industriali, Dr. Massimo Miani presidente nazionale Commercialisti, Dr. Marina Calderoni, presidente nazionale dei Consuleti del Lavoro) e dei vertici nazionali dei sindacati di categoria sul tema: EQUO COMPENSO E TUTELA DEL LAVORO AUTONOMO, ha registrato la presenza di un numero considerevole di professionisti (oltre 1000) che hanno con forza dimostrato di non voler recedere dalle questioni fondamentali che attengono al diritto al lavoro ed all’equo compenso nel rispetto dei principi costituzionali dettati dall’ art. 36 della Costituzione per una giusta retribuzione ed un equa crescita sociale. La manifestazione, anticipa quella generale che si terra a Roma il 30 novembre pv in cui il sistema delle professioni, organizzato nella Rete delle professioni tecniche e nel CUP ( Comitato Unitario delle Professioni), sosterrà l’approvazione dell’Equo Compenso e manifesterà il proprio disagio e la propria indignazione per il degrado della pubblica amministrazione e per le forme di sfruttamento e decadimento del lavoro.
Nella manifestazione, è stato ribadita la necessità di spingere sulle forze politiche attenti alla questione per ripristinare le regole del lavoro che in questo paese sono state distrutte. E’ stata distrutta gran parte dell’economia, precarizzando e facendo passare l’idea che le tutele sono privilegi e non garanzie sociali, che gli enti pubblici, con la peggiore burocrazia del mondo (migliaia di Comuni sono in dissesto e tecnicamente “falliti”) possono frenare lo sviluppo e umiliare i cittadini, le loro imprese ed i liberi professionisti.
L’attuale stato di declino del mondo professionale, è il frutto delle riforme fallimentari avviate negli ultimi vent’anni, con le modifiche dell’assetto sociale della nazione, che prima era basato sul raccordo, tra imprenditoria, produzione e professioni (ceto medio sociale) ed oggi sull’esclusione sociale di ampi strati della popolazione dal mondo produttivo, tra cui il mondo professionale non più utile alle logiche dei grandi blocchi economici che declinano il “lavoro” a mera componente economica tralasciando il vero valore sociale per la crescita e lo sviluppo del Paese.
L’evento, si è caratterizzato come manifestazione nazionale per arginare la precarizzazione del lavoro in ogni ambito lavorativo, professionale e sociale, ed ha visto la partecipazione del Presidente della Commissione Lavoro della Camera (On.le CESARE DAMIANO) primo firmatario della proposta di legge sull’EQUO COMPENSO e dell’On.le Arch. SERENA PELLEGRINO – Deputato (Vicepresidente Commissione permanente VIII Ambiente – Territorito – Lavori Pubblici), proponente l’interrogazione in commissione parlamentare – Sentenza Catanzaro sulle prestazioni gratuite- C.d.S n. 4614/2017. Presente alla manifestazione anche l’Arch. Giuseppe Santoro, Presidente Nazionale INARCASSA che ha voluto rimarcare la pericolosità dei bassi redditi sul sistema previdenziale e la necessità di operare con compensi equi ed giusti a tutela della dignità e della crescita.
Voler ripristinare le regole del lavoro (sia dei liberi professionisti appartenenti agli Ordini e Collegi professionali che dei lavoratori autonomi) con l’introduzione dell’EQUO COMPENSO, non è un atto di arroganza, ma una necessità per creare condizioni di crescita adeguate ed eque. L’ Europa non ci ha mai chiesto l’abolizione delle tariffe professionali, ma più competitività nel sistema dei “servizi”, mentre noi (soli in Europa) con il Decreto Bersani (2006) abbiamo decretato la fine del mondo professionale e del suo indotto, facendo perdere competitività ed il primato della tecnica che il nostro sistema professionale ha sempre vantato. Sul punto, la giurisprudenza europea non ha mai sancito l’incompatibilità con il diritto europeo primario e/o derivato da fonti interne che stabilissero tariffe vincolanti, purché siano appunto determinate dallo Stato e applicate dal giudice come accadeva in Italia fino al 2006 e siano adottate, in coerenza con il principio di proporzionalità, alla luce di motivi imperativi di interesse generale, quali la protezione dei consumatori e/o la corretta amministrazione della giustizia.
I professionisti, insistono sull’equo compenso, per superare il processo di sperequazione nei rapporti tra datori di lavoro e prestatore d’opera, dove i committenti forti (pubblica amministrazione, banche, assicurazioni, grandi imprese) finiscono per imporre ai professionisti, specie quelli più giovani, compensi e trattamenti ben lontani dallo spirito dell’art. 36 della Costituzione portando il settore delle professioni a non poter operare con condizioni di garanzia verso la società. In questi anni la società ci ha imposto nuovi costi sociali in aggiunta al sistema fiscale e previdenziale che i professionisti non riescono più a sostenere: RC professionale a tutela dei cittadini (regalo alle compagnie di assicurazione), POS negli studi professionali (regalo alle Banche), centralizzazione e “statalizzazione” delle attività tecniche all’interno delle pubbliche amministrazioni, che esternalizzano le attività di loro competenza a titolo gratuito e trattengono per se le attività remunerabili con gli incentivi della PA.
La proposta di legge sull’equo compenso, non va ad introdurre “tariffe minime obbligatorie” ma, molto più semplicemente, la proposta è volta a risolvere una presunzione giuridica (quindi superabile) per cui i compensi inferiori a quelli fissati dai parametri ministeriali sono appunto iniqui ed in contrasto con l’art. 36 della Costituzione. I parametri ministeriali richiamati dalla proposta di legge sull’equo compenso, sono infatti, fonti statali e non atti delle professioni regolamentate, per cui è escluso che possano essere qualificati come intese restrittive della concorrenza. I parametri sono in ogni caso uno strumento diversissimo per ratio, struttura e cogenza (del tutto assente) dallo strumento tariffario, in Italia abrogato definitivamente dal Governo Monti con il Decreto legge Cresci Italia (n. 1/2012).
Comitato promotore e organizzatore dell’evento:
Arch. Giuseppe Macrì Presidente dell’ Ordine degli Architetti P.P.C – Ing Gerlando Cuffaro Presidente dell’ Ordine degli Ingegneri – Dr. Geom. Ferdinando Chillà Presidente del Collegio dei Geometri – Dr. Ing. Pietro Rotiroti Presidente del Collegio dei Periti Industriali – Dr. Antonio Celi Presidente della Federazione dei dottori agronomi e forestali– Dr. Alfonso Aliperta Presidente dell’Ordine dei Geologi della Calabria.
Ufficio di coordinamento:
Arch. Francesca Savari Vice-Presidente Ordine Architetti PPC Catanzaro
Arch. Angela Funaro Consigliere Ordine Architetti PPC Catanzaro
Arch. Pasquale Costabile Presidente dell’Ordine degli Architetti PPC Cosenza
Arch. Nico Donato Presidente dell’Ordine degli Architetti PPC Vibo Valentia
Arch. Eros Corapi Presidente della Fondazione Architetti Catanzaro
Arch. Danilo Arcuri Presidente Ordine Architetti PPC della provincia di Crotone
Arch. Salvatore Vermiglio Presidente Ordine Architetti PPC della Città Metropolitana di Reggio Calabria
ALLA PROPOSTA DI LEGGE D’INIZIATIVA DEI DEPUTATI DAMIANO, GRIBAUDO, GNECCHI, ALBANELLA, ARLOTTI, BARUFFI, CASELLATO, C. M. FONTANA, GIACOBBE, INCERTI, P. MAESTRI, MICCOLI SULL’ EQUO COMPENSO
“Disposizioni in materia di equo compenso nell’esercizio delle professioni regolamentate e del lavoro autonomo”.
Presentata alla Camera dei Deputati l’11 luglio 2017 – N.4582, Il Consiglio dell’Ordine degli ARCHITETTI PPC della provincia di Catanzaro, ha presentato attraverso il suo Presidente Arch. Giuseppe Macrì il seguente emendamento:
All’art. 4 della proposta di legge, vengano aggiunti i seguenti commi:
Comma 3 – Sono vietati i bandi e gli avvisi pubblici che prevedono zero compensi o corrispettivi in contrasto con i parametri ed i compensi stabiliti a norma dell’art. 3.
Comma 4 – Sono vietate tutte le clausole che impongono ai professionisti che svolgono attività lavorativa in forma singola di subordinare i pagamenti del compenso alla dimostrazione della regolarità contributiva DURC (sia in fase d’incarico che nelle fasi successive all’incarico). Tale clausola rimetterebbe nel circuito del lavoro migliaia di professionisti che oggi, per via di una norma fortemente penalizzante vengono esclusi dal mercato del lavoro pur vantando crediti dalla pubbliche amministrazioni che non riescono ad esigere per l’impossibilità, in questo particolare momento di crisi di dimostrare la regolarità contributiva. Tale condizione, sta agevolando il lavoro nero ed altre forme di precariato.
Comma 5 – Sia abolita qualsiasi condizione che tende ad escludere i professionisti dal mercato del lavoro e che imponga ad essi, in questo particolare momento di crisi, di subire sanzioni, penali e interessi per ritardato pagamento oltre ogni ragionevolezza e non consenta di effettuare i pagamenti degli oneri contributivi verso le casse di previdenza per gli eccessivi costi richiesti a titolo di sanzioni, penali e interessi.
I gravami per ritardato pagamento sono limitati ai soli interessi legali.
Comma 6 – Prevedere forme di sostegno al lavoro per consentire ai giovani professionisti che si iscrivono alle Casse Previdenziali di non versare, per i primi tre anni alcun onere contributivo così come avviene nel settore privato, con le assunzioni agevolate in cui viene sgravato il datore di lavoro dal versamento degli oneri contributivi a carico.
Dalla manifestazione organizzata a Catanzaro presso il T-Hotel Lamezia – località “Garrubbe” di Feroleto Antico (CZ) venerdì 10 novembre pv alle ore 15,00 sul tema: EQUO COMPENSO E TUTELA DEL LAVORO AUTONOMO.
Il presidente dell’Ordine degli Architetti PPC
f.to Arch. Giuseppe Macrì